RoofCrew
TUTTi invitati a venire in piazza Aspari zona viale romagna ( metro piola) per portare solidarietà concreta ai compagni che resistono allo sgombero della casa di proprietà dell'aler da più di 56 ore.
Abbiamo bisogno di tutte le vostre energie, il vostro rumore, il vostro calore per poter cotinuare questa lotta e dimostrare alla città, alla questura e all'Aler che ogni sgombero che decideranno di attuare se lo dovranno sudare...e che non siamo più disposti a chinare il capo.
Il presidio andrà avanti finche i compagni non saranno disposti a scendere cioè finchè ce ne sarà bisogno.
Porta da bere mangiare coperte strumenti....e tutto quello che pensi possa servire.
Qui di seguito il secondo comunicato dei compagni sul tetto e complici:
CI VUOLE ALTEZZA
O
Qualche battuta di una tintarella che dura da più di 32 ore.
Se stiamo su questo tetto da ormai molto tempo non e’ ne per protesta ne perché ci illudiamo di tenere questa casa ma piuttosto perché pensiamo agli sgomberi passati e a quelli futuri.
Gli sbirri devono capire, ed era stato dimenticato negli ultimi recenti sgomberi, che cacciare via della gente dal proprio posto, dalla propria casa non e’ ne un lavoro veloce ne tanto meno facile. Speriamo di farli sudare sangue il più possibile e ci auguriamo che molti altri lo facciano con noi.
L’occupazione ha per noi un ruolo centrale all’interno di un movimento rivoluzionario
Di questi tempi la questione dell’abitare e di come ci rapportiamo ai luoghi della nostra vita e’ importantissima. Le occupazioni sono per noi sia mezzi che fini. Solo negli spazi comuni dove il privato e’ convertito in comune , dove la circolazione e la condivisione sono al loro punto più alto, solo in questi luoghi si può progettare e costruire la fine di questo assurdo mondo.
Anche il pubblico, o ciò che ne resta, va restituito al comune. Per questo pratiche di occupazione e pratiche di piazza vanno assieme.
Come la plebe romana decidiamo di fare una secessione ed andare sul nostro colle Aventino: il tetto. Non siamo qui per rivolgerci a questa mortifera città, ai suoi sbirri, alla sua noiosissima campagna elettorale. Le pratiche dell’ALER, della questura, del comune sono di un livello di noia, ignoranza e di etica talmente bassa che non vogliamo neanche denunciarle. Si sta meglio qui al sole dove l’aria e’ fresca e i pennuti ci fanno compagnia.
Questa casa era una barca per fuggire da questa Milano e scoprirne una nuova .E’ stata purtroppo prematuramente affondata dalla marina poliziesca/mercantile. Adesso, indomiti marinai su una zattera che batte bandiera da naufraghi, speriamo solo che il vento ci porti lontano dall’eterna ripetizione dello “stesso”: ennesimo sgombero, solite teste di mischia che cercano di mediare , di trovare una soluzione,tutti che ti vogliono fotografare e la DIGOS che con piacenti sorrisi cerca di convincerti che ti vuole aiutare.
Continuiamo a remare perché le pratiche di complicità e fratellanza della piazza sottosante ci appaiono ogni giorno di più come la terra ferma su cui approdare.
Considerazioni sulla nottata passata:
• Grazie all’autorganizzazione e alla costruzione di un rapporto di forze favorevole, ieri sera, con un pò di umorismo e senza prendersi troppo sul serio, i compagni sono riusciti a portare e a lanciare sul tetto sia del cibo che dell’acqua.
Memento: La mediazione non paga.
• Senza troppo vittimismo e’ giusto far sapere che la questura di Milano stava per ammazzare una persona per niente. Trovandosi in una situazione non prevista, la polizia ha deciso di tirare con forza una fune legata ad un compagno sul tetto che era stata calata per permettere di attaccare del cibo alla fine di essa.
• L’assurdità della situazione e’ vedere che ci sono delle persone che per quattro soldi sono disposte ad impedire degli esseri umani di portare acqua e cibo a degli altri esseri umani che ne necessitano. Non riusciamo ad immaginare nessuna circostanza, nessun contesto dove tale pratica possa essere giustificabile. Un essere umano che agisce in questo modo nei confronti di un suo simile ha rinunciato ormai da tempo all’appartenere alla sua specie.
Poco a poco, dal “pacchetto sicurezza” passando per la “minaccia terrorista”, ci siamo abituati a tal punto a queste situazioni da vedere più niente, di non rendersi conto che il capitale ha formato una nuova umanità, che le persone non sono più che variabili prodotte per attuare la logica di un astrazione. Per questi motivi abbiamo perso un po’ del nostro sonno ieri sera ma fottendocene della polizia sappiamo che stanno emergendo mille forme di vita contro le quali questa umanità omogeneizzata non può nulla.
http://lombardia.indymedia.org/node/38811
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