A4-Camp a Benken // dal 10 al 13 giugno 2011
Anche prima del terremoto in Giappone e gli eventi nella centrale nucleare di Fukushima l’opposizione contro l’energia nucleare in Svizzera, era un tema.
Le scorie nucleari irradiate minacciano la vita nella zona, durante decine di migliaia di anni. Diverse sedi in Svizzera sono in dibattito come i siti nucleari di smaltimento dei rifiuti. Tre centrali nucleari usciranno presto dalla rete per motivi di età e la lobby nucleare voleva lasciarne costruire due nuove -almeno fino all’11 marzo (terremoto in Giappone). Si parlava di un’imminente mancanza di approvvigionamento, chiamando l’energia nucleare, un’occorrenza ecologica. A causa della mutata situazione ora è avvenuto un cambiamento d’idea. Almeno così dicono. Pero Gorleben e Fukushima dimostrano più che evidentemente che gli “apprendisti stregoni” sono lontani dall’essere in grado di domare le forze nucleari che hanno una volta liberate. Già oggi migliaia di persone vivono con le loro conseguenze negative. (ò difatti; hanno vissuto)
Come parte del disastro diventato reale ora i gruppi ambientalisti, altre forze „verdi“ e per chiunque volesse darsi una ripassata in “verde” a causa della situazione attuale chiamano – però sempre amichevolmente – alla protesta conformista contro l’energia nucleare. Cercano di convincerci che adesso dovremmo sostenere la costruzione di pannelli solari, turbine eoliche e impianti idroelettrici, ovunque. Il loro credo é rivolto ad un mercato che dovrebbe bandire l’energia nucleare e che sia però ancora in grado di coprire i consumi di energia sempre maggiori riscosso da fonti energetiche alternative. Questa ideologia non riesce a mettere fine, alle atrocità verso la natura e verso l’uomo – attraverso lo sfruttamento e il modo capitalistico di produzione – può essere spazzata via come una semplice critica ridotta del disastro nucleare. Una tutela dell’ambiente riformista, cioè una tutela che simultaneamente protegge l’economia e quindi non osa scuotere alle fondamenta della società industriale, è solo una scusa per placare la cattiva coscienza. Oggi i metodi di produzione e l’idea fondamentale sono che il reddito deve necessariamente essere generato, sono il quadro entro cui si svolgono tutte le devastazioni. Il capitalismo non è compatibile con un ambiente sano e con esseri umani liberi che vogliono accrescere in comune.
Dal punto di vista capitalistico, è evidente che le nuove tecnologie vengano introdotte, appena fanno profitto. Tutti i dubbi vengono sepolti da un esercito di scienziati ben pagati che ci appacificano con frasi ipnotiche. Sia quando si tratti dell’ingegneria genetica, delle nanotecnologie oppure dell’energia nucleare. E anche qui gli esperti parlano di voler far pressione verso questa tecnologia. Però per il momento devono aspettare un po’, fino a quando abbiamo dimenticato e siamo preda dell’apatia.
Che la resistenza conformista (scrivere lettere, petizioni, iniziative, bere un bicchiere di champagne contro …) spesso non raggiunge nemmeno le riforme per mantenere lo status quo è soprattutto perché è completamente sdentata e in realtà non contraddice niente e nessuno. Essa ci lascia fare solo appello ai governanti, anziché sostenerci e darci la mano per fare qualcosa. Ed è per questo il conformismo è ben accettato – non fa paura a nessuno e non è pericoloso…
Ma questo status quo noi non lo vogliamo, dove conta solo la merce e il denaro, dove solo materiale morto é importante e non noi, e tutti gli esseri viventi. Non vogliamo e non abbiamo bisogno di merci sgargianti. Quello che vogliamo e per qui stiamo combattendo è un mondo in cui noi siamo al centro e in qui ci si aiuta a vicenda. Un mondo che sa conciliare la natura e gli animali lontano da qualunque sfruttamento e oppressione. Però noi da un tale mondo, siamo lontanissimi. Per rendersene conto, dobbiamo opporre una chiara resistenza contro l’ideologia dominante. Noi non vogliamo negoziare con i politici, cercando nel migliore dei casi, di rendere il gioco un po’ più sopportabile. Quindi non chiediamo di chiudere le centrali nucleari. Dobbiamo mettere pressione, ma non a tramite di firme che non valgono un centesimo. Dobbiamo prendere la nostra vita nelle nostre mani e, infine, prendere le decisioni che ci riguardano.
Di questo si tratta al A4-Camp. Della resistenza contro il capitalismo in generale e le centrali nucleari in particolare. Del tentativo del capitalismo di trarre profitto dalle calamità naturali – il capitalismo verde. E quindi, cosa significa in realtà “resistenza” e perché.
Tutti quelli che si sentono incitati sono benvenuti a partecipare a Pentecoste al A4-Camp.
Alliance-Anarchistes-Antikapitaliste-Antinucleaires
http://a4camp.ch.vu/
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